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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

06 maggio 2014

Los très Lanceros


Parafrasando il titolo di un film di animazione della Disney (Los Très Caballeros) vorrei fare alcune considerazioni su tre sigari apparsi di recente sul mercato italiano, tre lanceros appunto, e nella fattispecie quello della Serie V di Oliva (178x38), quello della linea Original di Don Pepìn (190x38 T), e quello della My Father (193x39 T) (gli ultimi due prodotti nella stessa manifattura). Ma prima di parlare dei sigari, vorrei fare alcune premesse sul formato e sulla provenienza. In un periodo in cui Cuba oggettivamente stenta ad offrire costanza qualitativa, e in cui la moda sembra spingere sempre di più verso sigari di grosso calibro e lunghezza ridotta, un paese che oramai non si può più definire emergente, ma ampiamente affermato nella produzione di sigari come il Nicaragua, può permettersi di non seguire la moda, ma di fare da trend-setter per il rilancio di formati lunghi e sottili, tanto amati dagli aficionados di lungo corso, e che per caratteristiche intrinseche dovrebbero rappresentare il punto d'arrivo di ogni fumatore di puros, una volta raggiunta una adeguata dimestichezza nella fumata e nella tecnica di degustazione. Ma il fatto di produrre Lanceros non è solo una questione di maturità del mercato, bensì anche di una buona disponibilità di materia prima di alta qualità, è infatti noto che il cepo generoso è molto più tipico al di fuori di cuba, e questo è frutto della difficoltà che questi paesi incontravano in passato nel produrre foglie di qualità, soprattutto per quanto riguarda il ligero.
Venendo ai sigari, devo ammettere che tutta la famiglia delle panatelas (international shape) rappresenta il mio punto debole nell'oggettività delle valutazioni, poichè sono veramente estasiato dai formati lunghi e sottili, o più in generale con un rapporto cepo/largo sbilanciato verso la lunghezza, ritenendoli, come accennato pocanzi, il punto di arrivo per un fumatore di lungo corso.
 Detto questo ho degustato i tre prodotti cercando la massima obiettività nelle valutazioni, senza farmi influenzare dal gusto personale, tralascio per ragioni di spazio tutta l'analisi a crudo e dinamica, anche perchè tutte e tre le marche non hanno bisogno di presentazioni in tal senso, sia in termini estetici, che aromatici, che di costruzione. In primis va detto che il formato in se è molto premiante sull'evoluzione e sulla finezza aromatica dei puros, che hanno ottenuto tutti un ottimo punteggio su queste due caratteristiche.
La partenza decisa per Don Pepin e My father, atipica per il formato, ma in perfetto stile Garçia, si è tradotta in una evoluzione leggermente più scarsa (ma comunque molto buona) rispetto a Oliva, anche se la persistenza si è attestata su livelli più elevati. Gli aromi, come già detto fini e anche molto equilibrati in tutti e tre i prodotti, si sono espressi nella nota legnosa e la cremosità tipica del miglior Nicaragua, ma le palette organolettiche sono state sensibilmente diverse nei 3 prodotti. Mentre Oliva infatti ha espresso molte note di caffè, tostate, e di cioccolato, associate a una piacevole speziatura e a note terrose di fondo, My Father pur esprimendo tutto il suo corpo in aromi spiccatamente legnosi e terrosi, ha espresso anche nuances di frutta secca e cuoio, specialmente sul finale, toni in parte simili  a quelli di Don Pepin, con legno e terra dominanti in fase iniziale e cuoio e pepe sul finale, quest'ultimo ha però espresso anche a tratti note più balsamiche e sul finale toni di gomma e caffè, mai sgradevoli. I sapori, prevalentemente sapidi e vagamente dolci su tutti e tre i prodotti, lasciano però ampio spazio, come si conviene in sigari la cui liga è ottimamente studiata, all'intera "rosa" dei 4 sapori principali, con lievi note acide e amare a completare la corposità e l'equilibrio dei puros. Oliva e Don Pepin esprimono anche note piccanti, mentre My Father, nonostante la forza di tutto rispetto, non rivela il piccante al palato.
La forza, ben presente in tutti i sigari a confronto, come da caratteristiche tipiche dei relativi marchi, risulta relativamente simile ed elevata nella parte finale, tuttavia è il lancero di Oliva a farsi sentire di più, poichè la partenza è più mild rispetto agli altri due, questo riduce l'assuefazione dei sensi alla forza, e quindi anche l'evoluzione nicotinica risulta più nitida. Ardua la scelta del vincitore, poichè si tratta di tre sigari di assoluta eccellenza che si collocano in una ridottissima "finestra di punteggio" che è sicuramente tra i 90 e i 95 punti per ciascuno dei prodotti. Ho assegnato un punteggio di 94 al Serie V di Oliva, 93 per il My Father e 90 per il Don Pepìn, la maggiore discriminante per la vittoria dell'Oliva è data dalla migliore evoluzione grazie alla partenza più delicata, caratteristica questa, che deve a mio avviso essere esaltata all'ennesima potenza in formati di questo tipo.
Un ultimo doveroso "parallelo" con gli habanos della stessa famiglia di formato; va detto che  anche Cuba si difende molto bene su questi shape, benchè ne abbia decimato la produzione togliendo dal mercato sigari eccezionali come il Connaisseur n.1 di Partagàs, il Medaille d'or n.1 de La Gloria Cubana o il Grandes de Espana di Rey del Mundo. tuttavia anche i "superstiti" come il Lancero di Cohiba, piuttosto che il Fundadores di Trinidad esprimono una qualità molto elevata con punteggi assolutamente comparabili a quelli dei tre prodotti descritti sopra. Tuttavia se mettiamo in campo la questione del rapporto qualità/prezzo, i 20 euro per pezzo dei due cubani citati, li rende nettamente meno competitivi rispetto ai 7,5 euro del Lancero di Oliva, gli 8,75 del Don Pepìn e i 12 del My Father.

2 commenti:

  1. Anch'io tra i tre preferisco l'Oliva rispetto al Don Pepin; il My Father non l'ho ancora provato.

    Personalmente credo che questi formati rappresentino il punto d'arrivo di ogni fumatore solo se di provenienza cubana; questi "eXtraordinary" qui sono fatti così bene, sono così perfetti che non credo sia necessari accorgimenti a prova di esperto fumatore.

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  2. Grande Mancio... in realtà per formati sottili la tendenza a tirare troppo per avere una boccata corposa fin dall'inizio c'è anche tra i fumatori di lungo corso, così facendo si sbilancia il sigaro e non se ne gode appieno. E' vero che si sbilancia meno rispetto ai cubani parivitola, ma comunque si snatura la caratteristica evolutiva e la struttura aromatica, rispetto al sigaro fumato correttamente. Sul resto concordo... non si riscontrano problemi di sorta a livello dinamico.

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