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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

25 febbraio 2015

Coi sigari "difficili" le migliori soddisfazioni

 Come una bella donna, anche un sigaro davvero buono non è quasi mai "facile da conquistare", esistono infatti prodotti che richiedono pazienza, esperienza ed attenzione in fumata, e che per diversi motivi, non rendono al meglio se fumati  o conservati male, o non sono pienamente fruibili per un palato neofita.
Di seguito porterò alcuni esempi, che non vogliono essere una lista esaustiva di questo tipo di prodotti, ma solo un elenco dei primi sigari che mi vengono in mente per descrivere i diversi motivi per cui un puro può essere pienamente fruibile solo con le dovute attenzioni.
Premetto però che non solo i sigari di
qualità richiedono attenzioni, ma alcune volte anche quelli mediocri, per così dire, "se la tirano". In questo caso ovviamente, si parla più di difetti che di pregi nascosti, se un prodotto fumato in maniera "easy" diventa pessimo, ma anche con le dovute attenzioni non "performa" al meglio, senz'altro non si può parlare di qualità nascoste, quanto di carenze palesi.
Il primo "gruppo" ahimè sempre più scarno, di prodotti dalle virtù nascoste, è quello dei sigari che danno il meglio di se dopo lunghi periodi di invecchiamento. Se è vero che quasi tutti i sigari beneficiano dell'aging in ambiente umido, è altrettanto vero che rispetto a qualche anno fa, i sigari che non possono fare a meno dell'humidor per almeno qualche anno sono sempre meno. L'approccio è voluto dai produttori, per fornire sigari sempre più pronti al mercato, onde evitare spiacevoli sorprese per i fumatori meno esperti che magari non sanno che un sigaro va invecchiato a dovere. Tuttavia esiste ancora una nicchia di prodotti di questo tipo, che nei primi mesi dopo l'inscatolamento presenta qualche asperità, e che dopo un lungo riposo in humidor "esplode" dal punto di vista organolettico, regalando fumate di ottimo livello. Non è nemmeno necessario andare su marche troppo blasonate per trovare sigari di questo tipo, un esempio tipico di questa categoria è la serie Antano 1970 di Joya de Nicaragua, di cui sto fumando oggi esemplari del 2006-2008 con ottime soddisfazioni.
Il secondo gruppo è quello dei sigari che vanno fumati con attenzione, cadenzando i puff e facendo attenzione a non scaldare il braciere o a non far spegnere il sigaro. Rientrano in questa categoria certi tipi di formato, tipicamente quelli di rapporto cepo/largo ridotto (i.e. sigari lunghi di diametro sottile come ad esempio la famiglia delle long panatelas o dei lonsdale), in cui è molto facile surriscaldare il braciere all'inizio, cercando un "puff" corposo che un cepo ridotto e lontano dalla testa non può fornire fin da subito. Occorre quindi saper aspettare che il sigaro cresca con il suo ritmo, senza forzarne la progressione.
Sempre in questa categoria rientrano certi sigari "old style" come costruzione, indipendentemente dal formato, si tratta di prodotti dal riempimento importante, con una buona quantità di tabacco, che solitamente hanno una combustione un po più lenta del normale, ma che a differenza dei sigari sottili hanno una buona "boccata" di fumo anche con puff relativamente modesti. In questo caso occorre evitare di far spegnere spesso il sigaro, cadenzando adeguatamente le boccate. Un esempio tipico di quanto appena esposto è la linea Liga Maestro, una serie di sigari tutt'altro che immediati come fruibilità, ma che possono regalare fumate di tutto rispetto se trattati a dovere.
Il terzo gruppo è composto dai "grandi sigari" in termini qualitativi, va detto che questi sigari sono normalmente fruibili ed apprezzati da tutti, anche dai neofiti, tuttavia il livello di complessità ed armonia di alcuni puros necessitano di un palato mediamente esperto per poter essere apprezzati appieno. Gli esempi sono tanti, ma restando sui "must" non si possono dimenticare Fuente OpusX, Padròn 1926, Cohiba Siglo o BHK, ma anche Nicarao Exclusivo, che ad avviso di chi vi scrive entra di diritto nel gotha dei sigari reperibili in italia. Queste linee di prodotti sono sicuramente apprezzabili da tutti, ma solo ad un palato esperto risulta chiaro quale sia il "gap" qualitativo che giustifica la differenza di prezzo (ad eccezione di Nicarao che ha prezzi onestissimi per la qualità offerta) rispetto a parivitola meno cari e comunque di alta qualità.
Il quarto gruppo è quello dei sigari che vanno fumati con attenzione per evitare di incorrere in malesseri dovuti a picchi di nicotina nel sangue, si tratta normalmente di grandi formati di un certo livello di forza, tipicamente alcuni cubani, molti nicaraguensi e alcuni toscani, l'emblema di questa categoria è senz'altro il moro, che se fumato alla maremmana da parecchio filo da torcere anche ai fumatori più esperti e di lungo corso.
Quinto e ultimo gruppo è quello dei sigari che richiedono canoni di conservazione diversi dagli standard, si tratta per lo più di produzioni di nicchia di alcuni paesi del caribe, in italia abbiamo un esempio abbastanza tipico dato dalla gamma Amazon, specialmente per le varianti dei sigari a fascia scura (e.g. Nerone, Arabesque etc.) che richiedono una umidità inferiore rispetto alla norma per non incorrere in difetti di combustione o tiraggio. A scanso di problemi il produttore dichiara che i sigari vanno fumati secchi, ma chi vi scrive ha avuto modo di sperimentare come l'invecchiamento in humidor giovi a questi sigari tanto quanto gli altri, tuttavia occorre avere l'accortezza di lasciarli fuori humidor per 2-3 giorni prima di fumarli, in modo da ottenere una buona combustione e un tiraggio ottimale.

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