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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

02 marzo 2016

Discussioni sulla Capa: sfatiamo (in parte) il mito della brillantezza

Capa oleosa, capa luminosa, capa brillante... spesso nelle nostre prime valutazioni da neofiti abbiamo confuso questi termini, ma soprattutto, abbiamo sempre creduto che tutte queste caratteristiche fossero sinonimo di sigaro di qualità, in realtà non è sempre così.
Sia il grado di untuosità che la luminosità della foglia sono certamente correlati alla qualità del tabacco (materia prima) usato per la foglia da fascia, ma non necessariamente questo si traduce in una migliore esperienza di fumata specialmente se parliamo di capas scure (dal colorado-maduro all'oscuro). Qualità della foglia NEL sigaro infatti, non è diretta conseguenza della qualità del tabacco utilizzato, poichè tra la raccolta e la rollatura avvengono una serie di
passaggi, che tutti conosciamo, che possono incidere significativamente sul puro. In questo post faremo alcune considerazioni, al netto delle possibili "sofisticazioni" che pure avvengono in certi casi, applicando alla foglia esterna sostanze che ne esaltano "grassezza" e lucentezza, tuttavia parlando di marche di qualità, prenderemo in considerazione soltanto gli aspetti legati alle pratiche non "fraudolente".
La domanda di fondo è: un sigaro più brillante (o più untuoso) di un altro è sempre migliore? la risposta è no, ma non possiamo definire una regola assoluta. Indipendentemente dalla tripa infatti, il grado di lucentezza oltre il quale il contributo della foglia da fascia va a "ridurre", invece che ad incrementare la qualità di fumata, non è così netto e dipende da diversi fattori.
In linea di massima possiamo dire che la fermentazione lenta e lunga delle foglie di fascia, sia sempre da preferirsi in termini qualitativi (abbiamo esperienze come Nicarao Exclusivo, Fuente OpusX, Padròn 1926, dove i tabacchi anche da fascia (e non solo) sono fermentati lentamente e invecchiati a lungo prima della torcida). Durante una fermentazione lenta e un aging prolungato, le cere e le sostanze grasse presenti sulla foglia vengono parzialmente degradate, a scapito della lucentezza, ma in favore di una maggiore apertura della paletta organolettica, mentre le capas che vengono fermentate più rapidamente ed invecchiate per breve tempo prima della torcida (anche partendo da pari qualità della materia prima) possono conferire al sigaro un aspetto più luminoso ed eventualmente anche un buon grado di inscurimento (per esempio le Capas cooked, fermentate ad alta temperatura), ma saranno certamente meno equilibrate, orgaoletticamente, rispetto a quelle processate più lentamente.
Attenzione quindi: non facciamoci ammaliare dal "luccichìo" e affidiamoci anche agli altri nostri sensi quando ci troviamo di fronte ad un sigaro scintillante, molto spesso infatti, annusando il prodotto possiamo percepire note aromatiche a crudo più pungenti e scomposte, specialmente annusando la fascia, sui sigari la cui capa è stata sottoposta a processi di lavorazione troppo rapidi.
Di seguito alcune foto di capas, con diversi gradi di brillantezza.


Sigari con buon grado di lucentezza, su capas fermentate lentamente
e con tempi di invecchiamento lunghi

A sinistra, capas con gradi di lucentezza eccessivi, specialmente su sigari
maduro, a destra una capa maduro con un livello di luminosità al limite
tra le immagini nella figura precedente e quelli a sinistra in questa immagine


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