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il contenuto del blog è rivolto a fumatori maggiorenni e consapevoli, che vogliono condividere la cultura legata al mondo del sigaro, non si vuole in alcun modo promuovere l'uso di tabacco. Si ricorda che in ogni sua forma, IL FUMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE

03 settembre 2016

Comprendere il concetto (o i concetti) di qualità: perchè è fondamentale?

Il "la" per questo post, nasce da una discussione apparsa sulla pagina Facebook Nero - Cigar & Pipe Lounge Club, in cui qualche giorno fa, su un post si discuteva di qualità soggettiva, oggettiva e rapporto qualità/prezzo.
abbiamo già parlato di qualità nelle sue diverse accezioni, sulle nostre pagine in passato, ma vogliamo in questo articolo offrire un quadro più generale, fornendo spunti di riflessione, in una sorta di domanda/risposta, in cui, non sempre, la risposta è univoca, ma molto spesso dipende dal contesto, e dallo scopo per il quale stiamo valutando la qualità.

Che cosa è la qualità di un sigaro?
esistono due gradi di qualità, quella oggettiva, che si basa su parametri definiti come le caratteristiche costruttive e dinamiche (combustione tiraggio), e organolettiche complessive (equilibrio, intensità, complessità, finezza, persistenza ed evoluzione); e quella soggettiva che si basa in parte sugli stessi parametri, ma aggiunge le caratteristiche organolettiche descrittive come aromi, sapori e forza nicotinica. 

Esiste davvero la qualità oggettiva?

No, non esiste un dato qualitativo oggettivo in assoluto, al di la di quello che può essere un dato analitico strumentale (ottenuto mediante analisi di laboratorio con strumentazioni idonee). Esistono però diversi gradi di oggettività, che sono ragionevolmente assimilabili ad una valutazione oggettiva in senso più stretto.

Come si ottiene una valutazione che tende alla massima oggettività?
al di la della predisposizione individuale alla percezione organolettica, che può comunque essere adeguatamente allenata, le valutazioni oggettive possono essere ottenute sostanzialmente in due modi:  con l'esperienza, e mediando più giudizi, anche su un panel eterogeneo di esperienza.
L'esperienza, che non corrisponde al numero di sigari fumati, ne agli anni di fumo alle spalle (altrimenti i vecchi fumatori di toscanello che da 40 anni fumano giocando a carte nel bar, sarebbero i massimi esperti di fumo in italia), bensì al numero di fumate diverse, perpetrate con lo stesso criterio di valutazione, che un potenziale recensore ha fatto. Il Benchmark è infatti molto importante nelle valutazioni, se un fumatore ha valutato 10 sigari avrè una scala di minimo e di massimo qualitativo ben diversa da quella che avrà dopo la valutazione di 100 o 1000 sigari diversi, indipendentemente dai parametri che valuta (ammesso però che i parametri restino gli stessi nelle comparazoni relative).
Il panel di degustazione è un modo per ottenere un giudizio mediato tra più fumatori con simili o diversi gradi di esperienza, a patto che sia condotto valutando gli stessi parametri, scartando in alcuni casi i punteggi massimi e minimi assegnati, per condurre valutazioni tecniche con panel di fumatori relativamente ampi, a volte è necessario guidare la degustazione. Il relatore inq uesto caso deve evitare di esprimere giudizi per non influenzare la platea, e deve limitarsi a spiegare quali sono e come si valutano i parametri qualitativi.

Ma allora la qualità soggettiva perde di importanza?
No, la qualità soggettiva resta il nostro principale strumento di scelta. Mentre la valutazione oggettiva è molto importante nel valutare un sigaro per presentarlo agli altri, nessun recensore può incontrare il gusto del 100% dei lettori di una recensione. Questo vale nel mondo del vino, come nella gastronomia, ed anche nei sigari. E' quindi inutile fermarsi al punteggio numerico di una recensione, ma bisogna sempre leggere la parte descrittiva per capire se un sigaro è valido o meno, per il proprio palato.

La qualità è valutabile unicamente in una tipologia di prodotto? ha senso paragonare due sigari di diversa provenienza?
Questo punto è stato il più dibattuto nel post che ha dato il "la"  a questo post. La qualità, come abbiamo detto è sia oggettiva che soggettiva, ed ha senso paragonare le qualità di due prodotti diversi, tanto quanto ha senso farlo tra prodotti della stessa tipologia.
La qualità si dovrebbe valutare senza conoscere il prodotto, in quando è una caratteristica intrinseca che esula dalla provenienza o dalle tecniche di produzione di un sigaro. Ovviamente la soggettività entra in gioco, soprattutto per le "chiavi" organolettiche tipiche dei paesi produttori, ma a meno che non siate in grado di distinguere ad occhi chiusi la provenienza di un sigaro, nel 100% dei casi, allora la valutazione qualitativa anche tra diversi terroir e tecniche produttive ha senso. Come ha senso la valutazione intra-paese o intra-marchio per altri motivi.


Il rapporto Qualità/prezzo ha senso? se si quando e come si può "usare"?
La valutazione del rapporto qualità/prezzo ha senso quando coesistono due presupposti: l'assenza di risorse illimitate (o ragionevolmente illimitate) per comprare i sigari, e la presenza sul mercato di un range di sigari soddisfacenti per l'individuo.
Queste due condizioni esistono nella stragrande maggioranza dei casi. Ma quali sono i fattori che influiscono sul rapporto Q/P e come si può usare questo rapporto?
I fattori sono la qualità oggettiva di un prodotto, il gusto soggettivo e la soglia minima di soddisfazione accettabile per l'individuo. Aiutiamoci con un esempio per esprimere meglio questo concetto, useremo lettere anzichè nomi reali di sigari, poichè successivamente faremo alcuni esempi di contesto, per le valutazioni di rapporto Q/P.


prendiamo 3 sigari di fasce di prezzo disomogenee:
il sigaro A che costa 25 euro, cui assegnamo un punteggio ipotetico di 100,
il sigaro B che costa 10 euro, a cui assegnamo un punteggio di 80,
ed il sigaro C che costa 3 euro, ed a cui viene assegnato un punteggio di 60.

semplicisticamente, il sigaro A ha un rapporto Q/P di 4, il sigaro B ha un rapporto di 8, il sigaro C ha un Q/P di 20.

Se il rapporto Q/P fosse l'unico criterio di scelta, tutti fumerebbero il sigaro C, perchè è il più conveniente, e il mercato sarebbe probabilmente inondato da bundles, che raggiungono appena la sufficienza qualitativa.
Se la qualità fosse l'unico parametro, tutti fumerebbero A, perchè nessun sigaro supera quella qualità,
In realtà i sigari più venduti sono i B, perchè entra in gioco il fattore soggettivo, che ci indica la nostra propensione a spendere in ragione della qualità, assegnando però un livello minimo di qualità accettabile che va oltre la semplice convenienza economica.
Esistono tuttavia fumatori che comprano C (tipicamente chi fuma spesso, senza badare troppo alla qualità) e A (chi si dedica magari poche fumate ma le vuole tutte al top), e questo determina la differenziazione del mercato.

Vediamo ora esempi concreti, con sigari di formati similari (ovviamente prezzi e punteggi non sono esattamente quelli riportati sopra, ma l'inquadramento è quello, scelgo sigari afferenti allo stesso gruppo commerciale, in italia, nelle diverse categorie, onde evitare polemiche o confronti non voluti):

  • Fumatore che si rivolge al solo mercato cubano: A=Cohiba robusto, B=Partagas D4, C=Quintero Favoritos.
  • Fumatore che si rivolge solo al mercato Nicaraguense (pochi ma ci sono ... e l'esempio calzerebbe anche con caraibici in genere o solo dominicani o solo honduregni ecc...) : A=Padron 1926 no.9, B=Nicarao Exclusivo robusto, C=Villa Zamorano Robusto
  • Fumatore che fuma solo toscani (l'esempio con soli sigari MST): A=Toscano Originale Millennium, B=Toscano Originale, C=toscano garibaldi.

Esistono poi i fumatori globali che potrebbero tranquillamente annoverare tutti i sigari degli esempi citati, nella loro scelta e nelle valutazioni di rapporto Q/P.
Va inoltre considerato un altro aspetto: nel mercato dei sigari, tanto i fumatori globali, tanto quanto quelli "monotematici" (in senso assolutamente non dispregiativo), normalmente non fumano una sola marca ma hanno un range di prodotti che sono abituati a fumare, e compreranno verosimilmente sia A che B che C, in proporzioni diverse a seconda delle loro abitudini di fumata.
In questo contesto la valutazione del rapporto Q/P assume un altro rilievo, che è quello del confronto tra prodotti della stessa fascia di prezzo, e che determina quelli che diventano i "must" di un fumatore, rispetto ai sigari che fuma più di rado.


In conclusione, tutti i parametri sopra citati hanno, per ragioni ed in contesti diversi, piena ragion d'essere, nessuno di questi rappresenta il criterio di scelta univoco per un fumatore, ma ciascuno di questi deve essere ben chiaro nella mente di un aficionado consapevole che vuole orientarsi nel mercato con criterio. Il "campione" entro cui effettuare determinate valutazioni è anch'esso soggettivo, possiamo prendere i soli sigari cubani, l'intero panorama caraibico, e l'intero panorama mondiale del sigaro, avendo ben chiaro che quando fumeremo un prodotto, non sarà semplicemente la qualità o il prezzo il criterio di scelta, ma anche, e soprattutto oserei dire, l'occasione, il contesto e le condizioni di quel momento che ci diranno di scegliere questo o quel sigaro dentro all'humidor.




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